Rete senza rete
Le reti senza fili sono ormai ovunque (anche a casa del mio dirimpettaio), ma la privacy va a farsi friggere
Dalla mia camera da letto posso connettermi alla rete senza fili di qualcuno che abita nel palazzo di fianco al mio. Dall'aula dove tengo lezione il mercoledì pomeriggio, la rete aziendale della società che sta al piano di sotto è facilmente agganciabile. (Protetta da una password, per la verità, ma se facessi partire un software che procede per tentativi di certo la azzeccherei prima che siano trascorse le due ore durante le quali salgo in cattedra). Pochi giorni fa mi ha telefonato un cliente convinto di aver preso un virus perché sul suo G5 all'improvviso è apparsa una bella schermata che diceva "sei certo di voler accettare per lo scaricamento il documento pincopallo?" Ho ricostruito la situazione e ho scoperto che qualcuno stava giocando con il telefonino Bluetooth sotto alle finestre del suo studio, situato al piano terra.A proposito di Bluetooth, l'ultima volta che un club di utenti Mac mi ha invitato in pizzeria ho tirato fuori il palmare di nascosto e ho controllato: nel locale c'erano sei cellulari che avrei potuto usare per connettermi alla Rete, facendo pagare il proprietario.
Forse stiamo un po' esagerando con tutta questa tecnologia senza fili? Forse. O forse stiamo esagerando con questa abitudine di non leggere mai i manuali. Personalmente propenderei per la seconda ipotesi. D'accordo, io non faccio testo, per di più io sono un drogato di Internet che spesso durante un giretto di un quarto d'ora in metropolitana si sente prudere le dita perché mi servirebbe una qualche informazione temporaneamente irreperibile perché sotto terra non c'è alcun modo di connettersi alla Rete, dovrò cominciare a servirmi maggiormente dei tram.
Posso darvi un paio di consigli? Primo, disattivate tutte le opzioni "wireless" da tutti i vostri apparecchi, ogni qual volta non ne state facendo apertamente uso. Io sono certo che le vostre configurazioni sono perfette, tutti i
firmware che usate sono aggiornati e le vostre password non le azzeccherebbe neanche Giucas Casella, diciamo che si tratta di far durare più a lungo le batterie, d'accordo? Diciamoci la verità, girare con tre o quattro apparecchietti che irradiano datagrammi a destra e a manca non è poi questo gran pericolo, se amate il rischio vi conviene fare quattro passi nei bassifondi di Bassora con una foto di Bush appiccicata al petto, una di Berlusconi sul lato B e cerchi concentrici rossi e bianchi dipinti in fronte. Resta il fatto che, proprio come nel caso della passeggiata irakena, potete cacciarvi nei guai con gli apparecchietti accesi anche se non avete alcun nemico personale che abbia giurato di dissetarsi con il vostro personale sangue.
Se passate in banca a fare un prelievo non avete bisogno di farvi accompagnare da vostro cugggino Boris, quello palestrato, fatte salvo circostanze eccezionali. Viceversa, se siete uno scippatore, uno dei posti in cui più proficuamente potete appostarvi è davanti a una banca. Io credo che i truffatori non abbiano ancora capito quanti soldi si possano fare girando in città con un rilevatori di reti Airport acceso, ma non ho alcuna particolare intenzione di essere la prima vittima. Sul mio Mac c'è installata una copia di PGP 9: lo uso di rado per spedire e-mail protette, ma quando ci vuole ci vuole. Sono intellettualmente certo che nessuno stia facendo sforzi per intercettare le mie personali missive, ma non voglio che qualcuno, andando a pesca di fessi con le reti a strascico, si trovi sulla tolda il sottoscritto sventrato e pronto da vendere a tranci.
Non aiuta che ogni tanto un politico di belle speranze e buona volontà proponga di adottare soluzioni tecnologiche urbi et orbi senza comprenderne le conseguenze. Le tessere sanitarie dotate di microprocessore che Regione Lombardia mi ha generosamente recapitato a casa stanno tristemente prendendo polvere in un cassetto. Si è anche vociferato di passaporti dotati di chip RFID, in America pare li faranno entro il prossimo ottobre. E se prima delle prossime elezioni chiedessimo ai politici se sanno cosa implica mettere tutti i dati di una persona su un supporto facilmente consultabile?
Originariamente pubblicato in data 11/02/2009