E se invece...
Studiando la storia di Palm possiamo forse risolvere il più grande dubbio sulla storia di Macintosh. Se Apple avesse concesso il Mac OS in licenza nel 1984 avrebbe sgominato Microsoft e castrato Windows?
Chissà quante volte l'avete sentito ripetere: "Mac OS è sempre stato superiore a Windows! Se nel 1984 Apple avesse ceduto il suo sistema operativo in licenza a costruttori terzi, come Microsoft fece poi, Windows oggi non esisterebbe o sarebbe una scelta di minoranza!"
La mia posizione è dubitativa. Apple non ha mai superato, in tutta la sua lunga storia, il sedici per cento del mercato dei personal computer. Mac OS in licenza sarebbe davvero bastato a fare
jackpot ? Dubbi come questo non trovano mai una risposta soddisfacente, perché non possiamo di solito riavvolgere l'orologio della Storia e provare cosa sarebbe successo se... Ma, in questo caso, forse una cosa del genere è possibile.
Palm ha inventato i calcolatori palmari, e quasi immediatamente ha cominciato a offrire in licenza il suo sistema operativo a chiunque volesse produrne di compatibili. Hanno firmato nomi grandi e grandissimi, come Sony e IBM, e si sono formate case produttrici piccole, specializzate e agguerrite per produrre varianti molto interessanti, come Handspring con i suoi
cellupalmari della linea Treo.
Microsoft ha buttato sul mercato un sistema operativo per palmare di propria concezione, PocketPC, e ha ovviamente ottenuto a sua volta adesioni e consensi di grandi case, come HP/Compaq. Proprio come avvenne quando Windows nacque e sfidò Mac si può dire che l'offerta Microsoft sia in qualche modo inferiore. L'attuale versione del sistema operativo Windows per palmari segue a predecessori di qualità a mio parere ridicola e accolte tiepidamente sul mercato; ancora oggi i palmari PocketPC sono più lenti, richiedono più memoria e consumano le batterie più in fretta rispetto alle offerte Palm, pur utilizzando gli stessi microprocessori. Proprio come quando arrivò Windows 95.
Non molto tempo fa è divenuto amministratore delegato di Palm un certo David Nagel. Sorpresa! Costui è un ex dirigente di Apple che per anni si mosse perché la casa di Cupertino venisse strutturata in due divisioni, la prima responsabile per il software e la seconda per l'hardware; prevedibilmente, una volta prese le briglie di Palm ha seguito proprio quella strategia. Nagel ha, addirittura, salomonicamente spaccato l'azienda in due: lo spezzone dall'infelice nome PalmOne produce gli apparecchi e si approvvigiona del sistema operativo dallo spezzone PalmSource, il quale fornisce alle medesime condizioni anche altri produttori di hardware.
Parlate pur male, se volete, dei prodotti Microsoft; ma ammettete che i suoi dirigenti sono agguerritissimi e sempre molto attenti al mercato. La casa di Bill Gates ha risposto alle mosse di Palm con contromosse molto differenti a quelle riservate,
temporibus illis , ad Apple. Microsoft Office esiste da sempre per Mac, mentre la sua variante palmare (PocketWord, PocketExcel eccetera) non viene sviluppata per Palm. Il Mac ha sempre interoperato bene con i PC: Microsoft anni fa concesse addirittura il suo codice sorgente per la gestione della rete locale ad Apple, che ne fece il prodotto AppleShare IP. A Palm, invece, toccano solo barricate.
È presto per trarre conclusioni, ma per ora le cose non sembrano volgersi al meglio per Palm. L'azienda perde soldi — come tutti i produttori di hardware tranne Apple e Dell, per la verità. Le quote di mercato la vedono sempre leader, ma Microsoft ha guadagnato punti. PalmSource ha annunciato in febbraio che le mancano le risorse per garantire la compatibilità con Macintosh, e quindi i prossimi palmari non si sincronizzeranno con le nostre macchine. Ulteriore decisione sbagliata, a mio parere. A Palm vanno i miei auguri (e i miei soldi: uso i loro dispositivi), ma non la mia confidenza. Vedremo...
Originariamente pubblicato in data 24/09/2005