Introduzione ad iCloud
Introduzione ad iCloud
Apple ha speso un miliardo di dollari per costruire un centro dati avveniristico, a Maiden nello stato del North Carolina, apposta per provvedere alla domanda di spazio disco e prestazioni che dovrà essere soddisfatta da iCloud, il nuovo servizio online disponibile gratuitamente a chi utilizza OS X Lion, ma anche – si pensi a iPhone, iPad, iPod touch e dunque ai PC che li sincronizzano – ad alcuni utenti Windows.
Di base, iCloud è un servizio di archiviazione e ridistribuzione dei nostri dati. Scattata una foto con iPhone? Viene trasmessa automaticamente verso il Mac del proprietario e quello di sua moglie, che è in condivisione. Creato un documento Pages su Mac? Viaggia automaticamente verso il proprio iPad.
Abbiamo già parlato, nel capitolo 5, di cosa sia un ID Apple, come se ne crea uno e come lo si utilizza per acquistare servizi dalla casa di Cupertino. iCloud, come dicevamo, è sostanzialmente gratuito, ma comunque fondato sul concetto di ID Apple, l’identificativo che accompagna tutti i nostri dati e stabilisce che solo noi abbiamo accesso ad essi.
Nelle Preferenze di Sistema l’omonimo pannello di controllo illustra quali sino gli otto servizi che iCloud eroga per noi. L’idea di base è che iCloud collega tutti i nostri dispositivi Apple (sia Mac che iOS) attraverso i server della casa. In pratica, una informazione aggiunta su uno di essi quasi immediatamente viene replicata sugli altri. Il tutto è trasparente a noi utenti, che non dobbiamo preoccuparci per una volta di nulla — né protocolli, né applicazioni. O... quasi. Ecco qualche considerazione.
Mail e note. Apple assegna gratuitamente una casella @me.com a ogni proprietario di un ID Apple. Viene sincronizzata solo quella posta (né potrebbe essere altrimenti, per come funziona la posta su Internet). In Apple Mail le note sono collegate a una casella di posta, dunque vengono sincronizzate solo le note connesse alla casella @me.com.
Streaming foto Apple sa che alcuni tra noi scattano quantità importanti di fotografie. Solo gli ultimi mille scatti finiscono su iCloud, e al massimo per trenta giorni. È una soluzione per condividere gli scatti con chi è rimasto a casa, insomma, non un backup totale.
Documenti e dati Non potete caricare qualsiasi cosa: solo i documenti compatibili con la serie di applicazioni iWork di Apple finiscono su iCloud, almeno per ora. Lo spazio disponibile per questi file è di 5 GB, che può venire accresciuto sborsando una piccola somma. Nei 5 GB fanno cumulo anche i backup di dispositivi iOS, ma non tutti gli altri dati (come la posta o le foto). Se ci troviamo sul calcolatore di un amico, possiamo collegarsi al sito web https://www.icloud.com autenticarci e da l’ caricare un documento su iCloud, che al nostro arrivo a casa troveremo disponibile sul Mac, Questo è l’unico modo che abbiamo per caricare “manualmente” documenti in iCloud.
Torna al mio Mac È una forma di condivisione dello schermo. Se ho un Mac (acceso) sia a casa che in ufficio, allora quando io mi trovo davanti alla tastiera del primo posso guardare lo schermo dell’altro calcolatore, e pilotarlo. Questo servizio può venire bloccato dai filtri Internet, i firewall.
Trova il mio (Mac/iPhone/iPad) Questo servizio va attivato individualmente su ogni apparecchio che possediamo, se lo desideriamo e quando lo desideriamo. A cose fatte, possiamo rintracciarne la posizione su una cartina geografica (usando altro un apparecchio Apple di nostra proprietà oppure il sito icloud.com), farlo trillare, bloccarlo, persino cancellarne il contenuto. Ovviamente il servizio è stato pensato per contrastare i furti, ma è utilissimo anche quando l’iPhone finisce in mezzo ai cuscini del divano o resta dimenticato nel vano oggetti dell’auto: lo si fa trillare e lo si ritrova in un battibaleno.
Il trasferimento di documenti avviene solo se e quando l’apparecchio si trova in una rete Wi-Fi ed è alimentato. In questo modo si scongiura un rischio paventato da molti, e cioè che iCloud consumi indiscriminatamente i minuti e i megabyte di connessione cellulare presenti nel contratto di iPhone e comporti dunque una spesa insostenibile.
Non è così: un apparecchio iOS invia i dati il più possibile solo sotto Wi-Fi e, salvo indicazioni diverse, li riceve in modalità push. E così, paventa qualcun altro, ci lascia a piedi quando siamo su un’isola deserta ed è vitale ricevere un aggiornamento dalla nostra nuvola? No, perché è sempre possibile avviare manualmente l’aggiornamento e riceverlo esattamente nel momento voluto. I dati in transito saranno anche pochi, perché anche il Backup – che è il responsabile delle più ingenti operazioni di trasferimento dati – trasmette solo il delta delle informazioni, cioè la sola parte che è effettivamente cambiata. Se cambia una riga vitale di testo in un documento multimediale di 100 kB, attraverso iCloud passa solo quella riga, una questione di pochi byte risolvibile in pochissimi istanti
Questo servizio, nel momento in cui questo libro viene scritto, non è ancora disponibile in Europa, ma solo negli USA. Lo documentiamo brevemente comunque, nella certezza che prima o poi arriverà alle nostre longitudini.
Al costo annuo di 24,99 dollari, Match analizza la libreria musicale iTunes di un utente,controlla quali brani in essa contenuti sono in assortimento dentro iTunes Store e mette automaticamente su iCloud, senza altri costi, una copia in formato iTunes Plus dei brani presenti nella libreria locale di iTunes e non acquistati su iTunes Store. Per capirci, diciamo che abbiamo in libreria brani importati da un CD audio da noi acquistato. iTunes Match vede quei brani, constata che non sono stati acquistati su iTunes Store e dunque mette sul nostro iCloud una copia di quei brani, copia che viene trasferita secondo le regole di iCloud a tutti i nostri apparecchi collegati alla nuvola.
Diciamo che abbiamo in iTunes brani di provenienza non proprio regolare, MP3 di pessima qualità passati da un collega di ufficio e per chissà quante altre mani. iTunes Match fa lo stesso e, se identifica i brani e li ha in assortimento iTunes Store, ne mette una copia su iCloud, copia che è del tutto in regola con i copyright, anche se quei brani proprio non li abbiamo acquistati. Per questo qualcuno ha chiamato iTunes Match il condono musicale. Trasforma i brani piratati in brani regolari.