I gabellati
Un decreto legge della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fine marzo 2003, impone (ulteriori) tasse su lettori e dischi. Il commissario Accomazzi indaga, e scopre che...
Ventitré centesimi di sovrattassa su ogni disco CD registrabile. Ottantasette su ogni DVD, trentasei sulle memorie flash per ogni 64 MB di capienza. Il tre per cento su qualsiasi masterizzatore. I nostri governanti (ma non dovevano abbassare le tasse? Ah, già, promesse elettorali...) seguono un trend europeo: altre nazioni hanno deciso mosse vagamente analoghe. Mal comune mezzo gaudio?
Ho fatto un (primo) salto sulla sedia quando ho scoperto che la BSA si è espressa contro la nuova gabella. Avete presente la Business Software Alliance? Sono un gruppo di cerberi che dedica la propria vita a stanare chi copia materiale protetto dal diritto dautore -- in particolare il software professionale -- e interviene nelle operazioni antipirateria sul campo a fianco della Guardia di Finanza, alla quale offre gratuitamente consulenti tecnici per verificare se una azienda indagata abbia violato le leggi. Ohibò, mi sono detto, una organizzazione nata per la tutela forte delle opere d'ingegno si schiera contro una legge che dichiara di volerle proprio proteggere? Mi sono attaccato al telefono e in brevissimo tempo mi sono trovato a parlare con lavvocato Simona Lavagnini, senior counselor di BSA. Mi ha espresso alcune perplessità che vi elenco in sintesi: primo, non esistono indagini economiche che mostrino fino a che punto i masterizzatori vengano usati per duplicare materiale audiovideo: quindi su che base viene deciso lammontare della tassa? È comunque ingiusto tassare ogni supporto, anche quelli consumati per fare il backup dei dati: e in Italia, dove la maggioranza dei PC sta in azienda, i masterizzatori vengono utilizzati in questo senso. Allestero per esempio in Belgio i provvedimenti hanno almeno una coerenza interna che manca al decreto italiano: che senso ha tassare sia la periferica che i supporti, e perché gabellare la flash memory, che viene soprattutto usata dentro le macchine fotografiche digitali e altri apparecchietti del genere, non certo per scopiazzare album musicali o film? BSA, per tutti questi motivi, crede che la inevitabile contrazione dei consumi, che seguirà alla gabella, danneggerà le aziende che essa è nata per difendere. (Che la gabella vada anche a danno dei consumatori è evidente).
Ho contattato la SIAE che riceve i frutti del balzello per avere il loro punto di vista e sapere come vengano divisi quei soldi. Dopo sei giorni, quando era ormai abbondantemente venuto il momento di consegnare questo pezzo in redazione, non mi avevano ancora risposto. Allora ho cercato di scoprire come la SIAE spartisca i cinquecento milioni di Euro, frutto delle tasse precedenti... la decima sui CD audio, accisa sulla musica passata in radio e TV, balzello sulle feste da ballo, gabella sulla musica in ascensore, prelievo fiscale sulla discoteca, dazio sulle suonerie dei telefonini(!)
Nel 2001 ci fu un mezzo scandalo in proposito. Un gruppo di giornalisti, quelli che fanno capo alla trasmissione RAI Report, aveva indagato e fatto scoperte inquietanti. Per esempio, SIAE versava il venti per cento degli introiti dalle discoteche agli autori di musica da ballo liscio; un miliardo di lire lanno andava allautore della sigletta di Onda Verde.
Trovate una trascrizione su www.report.rai.it/2liv.asp?s=82.webloc
Non so se negli ultimi due anni le cose siano cambiate.
Gli ispettori SIAE hanno poteri paragonabili a quelli di un pubblico ufficiale, entrano nei locali e si accertano di cosa venga suonato e per quanto tempo, possono controllare come se fossero un finanziere i registratori di cassa. Ma chi controlla i controllori?
Originariamente pubblicato in data 01/06/2003