E-COMMERCE: CAMBIANO LE REGOLE

Chi vende online potrebbe essere costretto a cambiare registro.


23/03/2023 - Mario Radano

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Cambia, dal 23 febbraio 2023, il codice di Consumo, per effetto della direttiva UE 2019/2161. Le aziende che commerciano coi consumatori, e specialmente quelle che fanno e-commerce, sono le più impattate. Si punta a ottenere e garantire ai consumatori la trasparenza del rapporto. Andiamo a vedere i punti principali appena introdotti:

  1. Veridicità e affidabilità delle recensioni online

È facile, navigando su diversi marketplace (soprattutto se ci si allontana da portali maggiormente supervisionati come Amazon) imbattersi in recensioni fittizie, dall’origine ingannevole, atte a influenzare e distorcere l’opinione dei possibili compratori sulla bontà dei prodotti o sull’efficienza di un determinato servizio. Con la nuova norma, sarà necessario che chi gestisce il sistema garantisca la veridicità delle recensioni attraverso misure di sicurezza adatte, o che in caso contrario, ne specifichi la non-affidabilità.

  1. Importanza dei dati personali come mezzo di pagamento

I casi in cui l’utente usufruisce di un servizio in modo apparentemente gratuito, attraverso la condivisione dei propri dati personali (ad esempio sui social network o i servizi di mail) sono ufficialmente riconosciuti come rapporti tra consumatore e fornitore di servizi. L’utente è un consumatore a tutti gli effetti, come se stesse pagando con denaro o altri beni per il servizio che riceve, con tutto ciò che ne consegue.

  1. Stop ai finti ribassi di prezzo

Ogni annuncio di riduzione del prezzo dovrà indicare il prezzo precedente applicato per un determinato periodo di tempo prima dell’applicazione della riduzione. In generale questa parte della norma va a uniformare il commercio digitale alle regole già vigenti per la disciplina dei saldi e delle offerte sottocosto nei negozi fisici presenti nell’ordinamento giuridico. 

  1. Regole di indicizzazione dei risultati più chiare

Quando cerchiamo un prodotto su un marketplace digitale, spesso ci basta inserire poche parole chiave per ottenere i risultati che vogliamo. Come per le ricerche di informazioni su Google o altri motori di ricerca, i risultati che otteniamo non sono assolutamente in ordine casuale. Chi gestisce questi sistemi sa bene che l’ordine in cui vengono presentati i diversi risultati influisce enormemente sul comportamento d’acquisto dei clienti, e può capitare che determinati venditori sponsorizzino i propri annunci per fare in modo che compaiano per primi. Con l’entrata in vigore delle nuove norme, ciò sarà possibile solo se segnalato chiaramente dal motore di ricerca (come già avviene su Google con gli annunci sponsorizzati), e viene imposto l’obbligo di chiarezza e consultabilità sull’algoritmo in base al quale un certo prodotto compare prima o dopo nei risultati di ricerca.

Oltre ai punti già trattati, vale la pena accennare a ulteriori cambiamenti introdotti. Se il consumatore si ritiene leso da pratiche commerciali sleali, avrà la facoltà di rivolgersi ad un giudice per ottenere rimedi proporzionati ed effettivi, oltre al risarcimento del danno subito. In caso di pratiche sleali condotte nei confronti di minori, quindi ad esempio la sponsorizzazione di giocattoli a un pubblico circoscritto di bambini attraverso il web non adeguatamente segnalata, si incorrerà in sanzioni ben più rigide. Sono introdotte tutele nei confronti dei consumatori verso le clausole vessatorie, che se inserite a svantaggio del consumatore, verranno d’ora in poi sanzionate immediatamente.

Una serie di cambiamenti che quindi renderanno (o così ci auguriamo) più sicuro e onesto il commercio di beni e servizi sul web. Il nostro invito è di prendere visione delle nuove norme in attuazione, perché se da un lato difendono i diritti di chi usufruisce dei servizi del web, dall’altro rischiano di mettere seriamente nei guai chi, anche senza malizia, non si adegua e non si mette in regola, rischiando di incappare in sanzioni severe!

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