LICENZIAMENTI AMAZON: CRISI DELL'ECOMMERCE?
Dal mondo e-commerce notizie allarmanti, ma è davvero l'inizio della fine?
Ridimensionamenti in arrivo in casa Amazon: per la precisione si tratta del più massiccio licenziamento dalla fondazione della compagnia. In una nota ufficiale ai dipendenti infatti, l'amministratore delegato Andy Jassy annuncia un taglio del personale riguardante circa 18.000 lavoratori. Un trend, quello dei licenziamenti tra i giganti delle tech companies, iniziato già lo scorso anno e che non accenna a rallentare. Le cause, secondo l'amministratore delegato, sono l'incertezza economica del periodo, la recente impennata inflazionistica e la conseguente riduzione degli acquisti dei clienti. Il ridimensionamento del personale è la conseguenza di un'annata senza dubbio negativa per il colosso: nel 2022 le azioni sono crollate del 49%. Negli ultimi anni Amazon e gli e-commerce in generale avevano potuto "beneficiare" dei limiti sociali imposti dalla pandemia, con un aumento generalizzato del traffico e degli acquisti sul web. Quest'impennata però ha iniziato a ridimensionarsi con il ritorno, almeno in parte, della quotidianità pre-covid; e così a ridimensionarsi è il mercato del lavoro in questo settore, che dopo un incremento vertiginoso delle assunzioni vede lo stop in molte categorie, con tutte le conseguenze del caso.
La mastodontica azienda fondata da Jeff Bezos attualmente offre lavoro e remunerazione a oltre 1,5 milioni di persone (staticamente un americano su 169 lavora per Amazon), quindi l'annunciato licenziamento di 18.000 dipendenti porta ad una riduzione del personale dell'1% rispetto al totale. Questo numero non appare così allarmante, se riusciamo a tralasciare l'indiscutibile risvolto umano. Se ci concentriamo però,unicamente sul comparto aziendale colpito dai licenziamenti, ovvero quello dei colletti bianchi (perché non sono coinvolti magazzinieri, addetti ai trasporti, etc...) vediamo che il totale a cui fare riferimento è di 300mila dipendenti, quindi la percentuale dei tagli sale vertiginosamente al 6%.
Ciò implica il tracollo del mercato più fiorente degli ultimi anni? Nessuno può dirlo con certezza, ma probabilmente no: ha sicuramente avuto delle impennate di crescita in tempi recenti, e questi cali possono essere letti come "scosse di assestamento" di un mercato in continuo cambiamento che cerca di stabilizzarsi. Non va tralasciato il punto cardine che lega tra loro molte multinazionali della Silicon Valley — oltre ad Amazon, anche Meta e Google —, il mercato dei dati personali. Le aziende traggono profitto raccogliendoli, vendendoli o gestendoli per indirizzare al meglio le proprie offerte; è ormai un ecosistema solido che con l'avanzamento dell'internet of things probabilmente si consoliderà sempre di più.
Se andiamo a guardare esattamente quali funzioni aziendali sono le più colpite scopriamo una banalità e una cosa interessante:
La banalità: Amazon si libera di gran parte del suo personale HR, risorse umane, quelli il cui mestiere è assumere. Poiché non intendono aumentare il personale a breve, inutile stipendiare chi deve lavorare sulle nuove assunzioni.
La scoperta interessante: Amazon licenzia anche negli Amazon Stores, tra il suo personale che cerca quali prodotti acquistare e ne cura i rifornimenti per i propri magazzini. I negozi nazionali — come lo Amazon punto it attivo in Italia — dunque, si affideranno di più ai venditori terzi che usano Amazon come vetrina presso i consumatori e di meno ai prodotti approvvigionati e venduti da Amazon. È una accelerazione di una tendenza storica in atto da un pezzo, perché già nel 2022 la maggior parte degli articoli smerciati sui siti Amazon erano forniti dai terzi. È una scelta prudente, perché Amazon intasca una provvigione di circa il 15% sulla somma che sta sul cartellino del prezzo dei prodotti forniti da terzi, senza rischiare in proprio che qualche merce stagionale resti invenduta o finisca per scadere.
Ma è anche una grossa opportunità che si presenta a chi vuole provare a colmare il vuoto che Amazon crea al suo interno, vendendo direttamente all’oceano di clienti ancora molto affezionati al commercio elettronico di Bezos gli articoli che via via Amazon smetterà di procurarsi.