Il 15 gennaio 2024 la Commissione europea ha stabilito che i dati personali trasferiti dall’Unione Europea in altri 11 territori del mondo godono di adeguata protezione grazie alle loro nuove leggi in materia di privacy, che sono state progettate per la compatibilità con il nostro GDPR.

I cittadini europei e i residenti dell’UE, dunque, continuano a beneficiare di adeguate garanzie di protezione anche se i loro dati vengono registrati da aziende che hanno sede in quelle nazioni e territori. Le loro leggi in materia di sicurezza e privacy, infatti, sono equiparate al GDPR europeo. Quindi, i titolari del trattamento dei dati e i responsabili della gestione sono tenuti a rispettare i diritti degli europei, anche quando la sede legale si trova al di fuori dei confini dell’UE.

Il riconoscimento è molto importante soprattutto per la Svizzera, che, trovandosi all’interno del continente europeo, inizialmente aveva sofferto un onere amministrativo elevato e svantaggi competitivi.

L’unica differenza concreta tra il GDPR e le nuove leggi sulla privacy votate dagli altri parlamenti sta nelle conseguenze pratiche delle violazioni: per esempio, laddove il GDPR europeo prevede multe multimilionarie per chi non rispetta il diritto alla privacy, la legge svizzera prevede multe massime di 250.000 franchi, per non pesare sulle imprese elvetiche.

Gli undici territori sono: Andorra, Argentina, Canada, Isole Faroe, Guernsey, Isola di Man, Israele, Jersey, Nuova Zelanda, Uruguay e Svizzera. Dunque, le aziende italiane adesso sono libere di tenere o usufruire di server in questi territori senza problemi, poiché i dati sono adeguatamente protetti.